NIZZA MONFERRATO


* Un racconto umoristico di Oxilia   * Un racconto d'amore di Camasio  


  • Addio, giovinezza! fu, a quanto pare, scritta a Nizza Monferrato, in una villa secentesca che già solo per la datazione del ‘600, ci richiama alla mente:

    Col suo giardino incolto, le sale vaste, i bei balconi secentisti guarniti di verzura, la villa sembra tolta da certi versi miei, sembra la villa-tipo, del Libro di Lettura…

    E come a Villa Meleto, troviamo i glicini in fiore. Comunque anche a Villa Pacioretta, a Nizza, come al Meleto di Agliè il giardino non è incolto, tutt’altro. Anzi, arriviamo nel fervere delle operazioni di cura botanica. La proprietaria, Maria Teresa Roggero Fossati, molto gentilmente ci accompagna presso la lapide che ricorda: QUI SANDRO CAMASIO E NINO OXILIA SCRISSERO ADDIO GIOVINEZZA, che fu posta dal padre della signora Roggero Fossati, il quale acquistò la proprietà nel 1930.

  • La signora ci fa da Cicerone indicandoci i maestosi pini del parco che sono così vecchi (intorno ai 200 anni) da essere stati riconosciuti monumento nazionale:
    ”La leggenda dice che Camasio e Oxilia scrissero Addio, giovinezza! seduti sui giganteschi rami maestri di quel pino”.

    Poi veniamo condotti al belvedere della villa, che si affaccia sulla vallata verso Incisa Scapaccino.
    “Ecco, laggiù c’è la cascina Tuetto, dietro quegli alberi. Là andava in villeggiatura quella ragazza, Dorina…”
    Dorina Ronga, l’innamorata di Sandro Camasio a cui lui dedicò il personaggio principale di Addio, giovinezza!

    Infatti Dorina è esistita veramente, e la signora della Pacioretta c’informa del rapporto di amicizia che ancor oggi la lega proprio ai discendenti di Dorina Ronga, tutt’ora proprietari della cascina Tuetto.
    Grazie a Franco Cantamessa, del Lions Club Valenza, Dorina Ronga era una donna molto raffinata, appartenente alla media borghesia benestante, e possedeva una forte vocazione artistica. Dipingeva e ricamava arazzi, suonava il pianoforte, era bellissima e sportiva: giocava a tennis e sapeva sciare molto bene.
    Oltre che nella celebre commedia, Camasio ha immortalato Dorina in un racconto ambientato proprio nei luoghi del loro amore…sembra che in qualche modo ricalchi avventurosi stratagemmi attuati nella realtà per incontrarsi, sulla collina sovrastante Nizza, tra Villa Pacioretta e il Tuetto: Dorina, con Teo nascosto in uno scialle, precedeva Mario in un viottolo sinuoso che si perde tra due sponde di gaggie su su fino a Neirano. Salivano piano, senza parlare, guardando stormi di casuccie sparse nella valle, filari e filari di vigneti, campi arati di fresco, pineti e faggeti dalle cime vaporose, prati picchiettati di giallo e di rosso. Salivano in quel mattino fragrante di tutti i profumi del settembre che già una fine nebbiolina cinerea velava.
  • Sentiva talvolta la fanciulla lo sguardo di Mario e si volgeva
    - Perché non parla?...
    - Io?! Pensavo.
    - A che?
    - Pensavo che tra pochi giorni Lei se ne andrà via…e ne provo dolore. La mia vita era monotona e grigia…Da che è giunta lei tutto è cambiato. Forse…forse le voglio bene.

    E sull’incanto del luogo, non c’è da dubitare:
    Il viale dei sospiri. Quanti ricordi in tante generazioni di nicesi. Amori sbocciati sotto i platani centenari. Amori finiti percorrendo un viale che sembrava tanto triste. Tanti cuori incisi sulle piante e tanti cuori infranti. E poi la storia di Nino Oxilia e Sandro Camasio, giovani poeti, che all’inizio del novecento raccontavano di amori romantici tra studenti universitari. Ed ancora, Addio Giovinezza l’operetta che tanto entusiasmò i nostri padri, scritta da loro sotto quelle piante della Pacioretta. RENZO PERO, Accademia di Cultura Nicese “L’Erca”.
    Il Viale dei Sospiri o Viale degli Innamorati a Nizza Monferrato. Ai tempi del soggiorno di Camasio e Oxilia esso apparteneva a Villa Pacioretta. E’ stato donato dalla famiglia Roggero Fossati all’Erca, Accademia di Cultura Nicese, che ne cura la manutenzione, il decoro e la memoria storica.
    Lettera di Sandro Camasio all'amico Ernesto Cazzola scritta da Nizza Monferrato
    Caro Ernesto.
    Tu dirai: ecco quel ributtante di Cam che mi scrive soltanto per interesse…Ahimè! Senti e perdonami. Un mio amico mi chiede con insistenza
    – Scienza d’amministrazione che hai tu…Quindi ti prego (intanto non te ne servi) di mandarmela qui a Nizza Monferrato. F.P.
    Mi raccomando vivissimamente. Non farmi fare una porca figura. Grazie mille del disturbo. Lavori?
    Io comincerò al 15 settembre. Non vieni a trovarmi? E’ stato qui Nin. Abbiamo ultimato e spedito ai capocomici il dramma
    – Sotto la maschera e il poema allegorico – La sfida del ribelle – Ora riposiamo. Nin –poverino – è stato poco bene ma ora ai bagni si rimetterà…Ricordami caro Ernesto e se puoi fa una scappata. Studia. Coraggio e soprattutto sta allegro.
    Ti bacio

    Cam


    tratta da: Piero Cazzola, Lettere inedite di Oxilia e Camasio: testimonianze di un’antica amicizia, in Studi Piemontesi, (Centro Studi Piemontesi) nov. 1991, vol. XX, fasc. 2
    [Non datata dal mittente-timbro di partenza: Nizza Monferrato (Alessandria), 25 agosto 1910]
  • Anche Oxilia, in quell’estate nicese, non è insensibile alle lusinghe dell’amore:
    […] Nizza Monferrato. E’ questa la città di provincia per eccellenza, la città dove vivono tante “signorina Felicita” per il canto di Guido Gozzano, dove dorme, forse nascosta in qualche cespuglio, la “Felicità”.
    Così scrive Oxilia nello spassosissimo racconto Maggiolata pubblicato su Il Momento del 7 maggio 1911 , in cui una “truffa cinematografica” d’avanguardia lascia di sasso il padrone di casa. E la location del racconto è sicuramente Villa “Pacioretta”. Il suo nome [Nizza Monferrato] sembra formato dal canto di una donna e dalla risata di un ubbriaco uniti insieme, e dà l’impressione di un fascio di rose bianche in una tinozza di vino…
    (Forse Oxilia si fece trascinare un po’ troppo dalle delizie della Barbera locale? Eccesso di bagordi alla Pacioretta? Chissà quali furono i malesseri di cui scrive Camasio a Cazzola…ma qui sconfiniamo nel romanzo, che ognuno può scrivere da sé con la fantasia per colmare i vuoti di una storia di cui non potremo mai soddisfare tutte le curiosità).





               

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